H2O Sud Est Milano, la rotta é segnata
Sommario
Un patrimonio inestimabile
H2O Sud Est Milano
I luoghi dell’acqua, variazioni sul tema. La grammatica del paesaggio agricolo del sud est Milano, e non solo dove la campagna incontra la città, è dettata dal corso di fiumi, canali e rogge. Questo breve excursus evidenzia alcune opere idriche e la relazione con il contesto, spesso esperibile grazie a itinerari ciclopedonabili. E passa in rassegna ponti, torri dell’acqua e chiuse che permettono di rendere i canali navigabili nonostante i dislivelli. E soprattutto i fontanili di Lombardia che, monumenti dell’agricoltura lombarda, costituiscono un capitolo fondamentale nella conservazione del territorio.
In Lombardia ce sono oltre 1.000 e di questi, ben 490 si trovano nella Città metropolitana di Milano.
La Muzza e il paesaggio è servito
H2O Sud Est Milano
Un forte segno nel paesaggio della campagna è il ponte sulla provinciale SP 138, tra Cervignano d’Adda e Mulazzano, nei pressi del canale Muzza, che pare abbia origini romane. I filari di pioppi, che in genere costeggiano le rogge o gli accessi alle cascine nobiliari, qui segnalano la presenza di un canale e di un’alzaia lungo cui è possibile passeggiare.
Paullo, mon amour
A Paullo, al Punto Parco Casa dell’Acqua, è possibile visitare un modello idraulico-didattico che illustra l’impiego delle acque in agricoltura (marcite, risaie e altre tipologie di irrigazione). Le casette dipinte di giallo Milano e costruite intorno all’acqua costituiscono una meta strategica per conoscere il funzionamento della rete irriguoidraulica del sud milanese e del lodigiano. Notevole anche l’itinerario dell’impianto idroelettrico Levata di Paullo che si sviluppa lungo la sponda sinistra del canale della Muzza, per circa 3,5 km a partire dalla Casa dell’Acqua ed è attrezzato con aree di sosta. Il paesaggio che si disvela è quello tipico della bassa milanese.
Cartelli segnalano la possibilità di un ricco sistema di sentieri ciclopedonali che conducono, per esempio, da Paullo al Castello Borromeo di Cassano d’Adda e a quello mediceo di Melegnano, alla Strada del Duca o alla foresta di pianura di Lodi.
Quanto è bello il mio fossato
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Il Castello di Peschiera Borromeo, uno dei pochi castelli in Italia ad essere circondati da un fossato ancora pieno d’acqua, risale al secolo XV ed è una ex-cascina trasformata in maniero da Vitaliano Borromeo nel 1432. In prossimità della SP 160, nel Comune di Peschiera Borromeo, si trova l’Area Naturalistica del Carengione, recuperata negli anni dal Parco Agricolo Sud, attrezzata con percorsi e cartelli didattici.
Fonte miracolosa
Sulla sponda destra del Lambro, poco fuori dal centro di Locate di Triulzi, sorge il Santuario di Santa Maria della Fontana che, costituito da tre chiese sovrapposte costruite nei secoli dal XII al XV, è sovrastato da un campanile di 35 metri. Sorge su una fonte naturale anticamente ritenuta miracolosa ed è immersa in un contesto ambientale di pregio.
Il fontanile dei Certosini
In Lombardia ove possibile si procede alla riattivazione dei fontanili e della rete irrigua, come nel caso del Fontanile dei Certosini, situato nel parco Ponte Lambro – Monluè. Presente sulle carte idrografiche dal 1833, è stato ripristinato per favorire la crescita di nuova vegetazione fitodepurante. A cura del WWF sono inoltre stati messi a dimora 1.400 alberi che ora popolano una zona ricca di verde e di fauna, circondata da un’ansa del fiume Lambro.
Viaggio alle Sorgenti
Il Punto Parco Cascina Castello, con i suoi merli e gli archi a ogiva che lo fanno sembrare fortilizio, è il centro nevralgico con incluso museo agricolo di questa area in cui si trovano i sette fontanili denominati Sorgenti della Muzzetta, incorniciati da un bosco e da molteplici tipi di vegetazione d’acqua.
Golf ‘padano’ a 18 buche
Diciotto buche pianeggianti, ognuna diversa dalle altre, immerse nella campagna lombarda e create per costeggiare il fiume Addetta in una cornice di alberi secolari. Così è articolato il Golf Club Zoate, nel Comune di Tribiano, che richiede precisione di gioco per i filari di piante tipiche della pianura padana che punteggiano il tracciato.
Ruota in Ferro
Molino Fiocchi costruito sul finire del 1800 sulla roggia Spazzòla o Molinara, parallela alla via SS9 Emilia e così chiamata perché azionava le ruote di molti mulini. Attivo ancor oggi, conserva la vecchia ruota sulla derivazione del Redefossi, considerata una delle ruote più antiche d’Italia.
Lungo il Redefossi
Il cavo Redefossi è un canale che nasce a Milano in zona Porta Nuova all’altezza del ponte delle Gabelle dalle acque del Naviglio della Martesana, attraversa la città sotto terra e sfocia nel Lambro a Melegnano. In foto, il tracciato lungo la via Emilia, all’altezza di Case Nuove frazione di San Giuliano Milanese.
Questo Refosso o Refossum contemporaneo di tutto il sistema d’irrigazione e di difesa formato nel milanese da canali, fu costruito con la funzione di scolmatore delle acque del Seveso e della Martesana, che partendo dalla grande fossa interna del tombone di San Marco, scaricava le acque di piena di dette vie del fossato che scorreva sotto le mura di Milano e che andava a riversarsi nella Vettabia. Ingrandendosi la città, il fossato non fu più sufficiente a contenere le acque di scarico e così verso il 1760 si fece strada l’idea della necessità di costruire un nuovo canale scolmatore, aprendo una serie infinita di polemiche sul modo di costruirlo, superate le quali fu accettato un progetto presentato dagli ” Utenti della Roggia Vettabia “, redatto dall’Ing. Parea Pietro. I Lavori per la costruzione del Redefossi terminarono nel 1874. Massimiliano Erculeo, imperatore romano contemporaneamente a Diocleziano fece costruire le mura di Milano che da lui presero il nome, facendole altresì recingere da un fossato. Dopo allora furono costruiti altri fossati con l’espandersi della città, venendo così a trovarsi essi retrostanti al vecchio grande fossato romano. Troviamo il nome in antiche carte di ” Retrofossum“, cioè posto indietro e per corruzione linguistica ” Refosso”. Nella Milano medievale perve naturale chiamare ” Refossum” il tratto del fossato esterno che bagnava le mura da Porta Nuova a Porta Romana. E così lo vedremo sempre nominato anche quando verranno costruite mura spagnole da Ferrante Gonzava nel XVI secolo. Per reperire il denaro necessario al compimento delle opere vennero tassati i proprietari dei fondi che potevano godere dell’acqua derivata dal Redefossi ai fini irrigui. Nel corso del tempo, al crescere della città, dopo vari palleggi di responsabilità tra il Comune di Milano e lo Stato, il famoso preventivo di spesa per il nuovo canale in terra battuta ed i succesivi lavori di inalveazione con opera in cemento, sono stati realizzati. Oggi, il canale Redefossi è stato interamente ricoperto e intorno e sopra il canale, è stata ridisegnata la città di San Donato Milanese, con il nuovo quartiere Torri Lombarde e Piazza della Pieve.
fonte: Cenni Storici / ieri / Redefossi by RecSando Rete Civica di San Donato Milanese e del Sud Est Milano ( Archivio Storico )
Canale idealmente navigabile
Il Parco Gustavo Hauser, in via di realizzazione, collega via Giuseppe Di Vittorio e Civesio, il Comune di San Donato Milanese con San Giuliano Milanese per dar vita al Sentiero delle Abbazie. Al centro dello spazio verde si trova un affossamento che percorre l’asse longitudinale della zona verde e corrisponde a un tratto del Canale navigabile Milano-Cremona, mai terminato. Questo segno nel terreno molto forte e percepibile, verrà ripreso dal futuro parco e inserito in una nuova rete d’acqua. Procedono inoltre i lavori di costruzione del ponte ciclopedonale in legno che passerà sopra la roggia Vettabbia collegando Civesio a Borgolombardo e al resto di San Giuliano Milanese.
Aironi della Vettabbia
La Vettabbia, o Naviglio Vettabbia, è un canale navigabile che nasce all’incrocio tra via Santa Croce e via Vettabbia per dirigersi verso Chiaravalle, in una zona adibita a Parco attorno al depuratore di Nosedo, e sfociare nel Lambro a San Giuliano Milanese dopo aver raccolto le acque del Cavo Redefossi.
Capolavoro di ingegneria idraulica
Le conche permettono alla barche di salire e scendere un canale navigabile in presenza di un salto d’acqua. Le paratie stagne che si aprono come un cancello vengono chiamate anche Vinciane perché costituiscono un importante contributo di Leonardo all’ingegneria idraulica. Realizzata alla fine del XVI secolo, la conca in questione fu chiamata dai milanesi “fallata“, cioè “sbagliata”, perché, a loro dire, realizzata inutilmente.
Alla Conca Fallata c’è un salto d’acqua nel Naviglio Pavese, il cui percorso inizia alla Darsena e che confluisce nel Ticino a Pavia. Completato nel 1819, ha un dislivello di oltre 55 metri, superato grazie a 14 conche. Il bacino della Conca Fallata presenta opere di carpenteria metallica che un tempo costituivano una mini centrale idroelettrica che sfruttava i salti d’acqua utilizzando fonti rinnovabili. In realtà non ha mai funzionato a pieno regime e ancor più con difficoltà attualmente perché spesso il naviglio è senz’acqua, come quando è stata scattata la foto.
Poco più a sud, il Naviglio Pavese scavalca il fiume Olona che, da quel punto, riversa le sue acque nel Lambro Meridionale.