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Canale Muzza

Sommario

Anno 2020: Il Canale Muzza compie 800 anni
Cassano d'Adda

Il Canale Muzza è il più antico d’Europa e proprio quest’anno, sono stati celebrati i suoi 800 anni dal Comune di Paullo in collaborazione con la Pro Loco ed altri Comuni. La sua origine risale infatti all’anno 1220, allorquando Federico II di Svevia, incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, emanò un editto imperiale che attribuiva ai lodigiani il diritto d’uso delle acque scorrenti nel proprio territorio.

L’attuale percorso, lungo circa 60 Km, riceve le acque dell’Adda a Cassano d’Adda, ad un’altezza di 120 m slm, attraversa il territorio lodigiano per circa 40 km fino nei pressi di Castiglione d’Adda, ad un’altezza di  45 m slm  e qui le reimmette nell’Adda.

Ha un regime idrico regolato, con una portata, a seconda delle stagioni, di circa 200 mila litri di acqua al secondo; una larghezza di 50 metri iniziali che si riducono a pochi metri al termine del suo percorso ed una profondità media di 2 metri..

I vari utilizzi delle acque
Conterico

Attualmente le acque del Canale Muzza sono utilizzate principalmente per: l’irrigazione agricola; il raffreddamento delle centrali termoelettriche di Cassano e di Montanaso-Tavazzano; l’alimentazione di 4 centraline idroelettriche (Cassano, Paullo, Mulazzano e Quartiano); il rifornimento idrico per l’allevamento di anguille e storioni, produzione possibile anche in presenza di rigide temperature invernali grazie alle temperature più miti delle acque dovute al passaggio delle stesse dalle centrali termoelettriche

L’origine del nome
Paullo

Il nome del Canale Muzza ha origine antichissime. Deriva infatti dalla famiglia romana Mutia  che nel 90 a.C. si trasferì da Roma al seguito di Pompeo nell’allora Gallia Cisalpina. In particolare il prefetto Tito Mutio bonificò i terreni di sua proprietà e, per poterli irrigare, fece scavare un canale che pescava le acque  da un ramo naturale dell’Adda vicino a Paullo. Le acque di quel canale da allora vennero chiamate “acquae Mutiae”.

Un canale che ha influito sulla storia, la cultura, l'economia
Mulazzano

La presenza del Canale Muzza nel Lodigiano ha influito in maniera significativa anche sulla nostra storia, sulla nostra cultura e sulla nostra economia. Anche il paesaggio ha modificato il suo aspetto con il passare dei secoli: inizialmente costituito da boschi, foreste e paludi venne trasformato, a seguito della bonifica e dell’irrigazione, in un paesaggio prevalentemente agricolo.

Il bacino irriguo del Canale Muzza, ossia la porzione di territorio bagnata dalle sue acque, attraverso rogge e canali che da esso si dipartono, è il più grande della Lombardia: copre infatti 67.000 ettari di cui 43.000 irrigati direttamente. La rete di rogge e canali più importanti è lunga complessivamente circa 1000 Km

La mia testimonianza
Lavagna

Conosco molto bene il Canale Muzza da Cassano (MI) fino a circa San Martino in Strada (LO). Ho effettuato percorsi ciclo-pedonali in tutte le stagioni, molto interessanti sotto il punto di vista naturalistico, fotografando diversi uccelli acquatici: germano reale, cigno reale, svasso maggiore, cormorano, folaga, gallinella d’acqua, porciglione nonché diverse varietà di insetti vicino alle sponde quali farfalle, libellule e damigelle.

Nelle campagne situate lungo il corso del canale ho fotografato: ibis sacro, cicogna bianca, airone cenerino, airone bianco, airone guardabuoi, garzetta, nitticora, gru cenerina, poiana, gheppio, sparviere, martin pescatore, merlo, storno, gabbiano, colombaccio, fagiano, picchio verde, picchio rosso maggiore, ghiandaia, gazza e altri passeracei.

Molto numerose sono anche le specie botaniche presenti nelle varie stagioni quali: giaggiolo acquatico, papavero, giglio di San Giuseppe, latte di gallina, bucaneve, campanellino invernale, menta acquatica, viola mammola, senape selvatica, veronica acquatica ecc.

Per concludere il Canale Muzza è una grande opera storica di ingegneria idraulica che fa onore alla Lombardia e all’Italia, ma è anche un’importante corso d’acqua ricco di biodiversità.

Un aneddoto: verso gli anni ‘60 ricordo che mio zio Fernando Ferrari allora ventenne, con alcuni suoi amici, si tuffava nelle acque della Muzza dal ponte di Paullo.

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