Skip to content

Pieve San Donato

Sommario

Chiesa Pieve San Donato
Storia del Comune di San Donato Milanese

La genesi e lo sviluppo di un territorio è fondamentale per capire e contestualizzare una comunità, che spesso si sviluppa e prospera intorno a luoghi di culto.

San Donato Milanese, ha una lunga e importante storia che affonda le sue radici ancora prima dell’arrivo dell’Impero Romano, potete trovare tutti i dettagli alla pagina del nostro sito dedicata alla città di San Donato Milanese

Stemma San Donato Milanese
VideoRacconto dell'Antica Pieve

Abbiamo intervistato il Professor Bruno Pappalardo, sacrestano della Chiesa “Pieve di San Donato Milanese”, ora in pensione, che insegnava nelle scuole Religione e Storia Antica. Una persona preparatissima, esperto dei luoghi di culto del basso milanese. Ci ha raccontato con grande entusiasmo e passione la storia della Pieve, tutti i particolari con minuzioso dettaglio.
Attraverso questo videoracconto sarà per tutti facile conoscere la storia, le origini della chiesa e il perchè la nostra città si chiama San Donato Milanese.  A San Donato Milanese, la festa del Santo Patrono si celebra la terza domenica di settembre.

Piazza della Pieve - particolare della Chiesa
Notizie sulla vita di San Donato
Piazza della Pieve - particolare della Chiesa

L’antica Pieve era dedicata al Santo Patrono di San Donato (detto di Arezzo). Donato, Vescovo di Arezzo, assai stimato e venerato nell’Arcidiocesi di Milano. 
Donato pare fosse originario di Roma, da dove dovette scappare a seguito delle persecuzioni subite dall’imperatore Giuliano che, salito al trono, rinnegò la fede cattolica. Il Santo non accettò di convertirsi agli Dei Pagani e si rifugiò ad Arezzo vivendo in preghiera da eremita.
A seguito del primo miracolo di Donato, con cui ridiede la vista a una donna pagana convincendola a rivolgersi in preghiera al Signore per guarire dalla cecità, il Vescovo di Arezzo, Satiro, gli fece completare gli studi di preparazione al sacerdozio e lo ordinò presbitero.
Alla morte di Satiro, Donato fu ordinato vescovo di Arezzo.

 

Il soffitto della Pieve di San Donato
Il Miracolo del Calice

Durante la messa di insediamento a causa della grande folla, tra la quale vi erano molti pagani, il diavolo fece cadere il calice di cristallo che si frantumò. Donato raccolse i frammenti e lo ricompose; solo un frammento non fu ritrovato, ma nonostante questo il vino consacrato non andò perduto.  Anche in questo caso il miracolo convinse molti pagani a convertirsi al cristianesimo.
Accadde poi che Donato, per ridare l’onore ad una vedova che veniva accusata di non aver onorato un debito pubblico, fece risorgere il marito (che chiese poi di tornare a dormire nella buona pace del Signore) a testimonianza della buona fede della moglie.
Questo miracolo costò a Donato l’accusa di praticare arti magiche e di non rispettare il volere dell’Imperatore Giuliano, che aveva proibito di predicare in nome di Cristo. Il Santo fu così rinchiuso il carcere. Tuttavia, molti cristiani si recavano presso le prigioni per chiedere miracoli e guarigioni per i malati.
Venuto a sapere dei prodigi compiuti da Donato, l’augustale Quadraziano, lo fece martirizzare e decapitare.
Molti sono i miracoli riconosciuti al Santo, tra i quali la guarigione di un bambino epilettico, per questo oggi il San Donato Martire è venerato come protettore degli epilettici.

Il Miracolo della Fonte

Poiché il nostro territorio fu bonificato da acque palustri e reso fertile dai monaci, si pensa che la devozione per il Santo da parte della curia Milanese, era dovuta principalmente al miracolo della fonte. Si racconta infatti che le acque di una fonte alle porte della città di Arezzo erano nocive e mortali in quanto il diavolo ne aveva preso possesso; Donato lo uccise e le acque d’allora tornarono limpide e potabili (una delle tele dietro l’altare della chiesa della Pieve di San Donato racconta proprio questo miracolo, il diavolo è rappresentato da un drago).

Affresco del Drago - Pieve di San Donato Milamese
L'Antica Pieve

Presso l’Archivio della Curia Arcivescovile di Milano è conservata una pianta presumibilmente antecedente all’attuale Pieve di epoca Longobarda che sarebbe andata distrutta e che fu voluta dai soldati aretini.
L’attuale Pieve di San Donato si deve invece a San Carlo Borromeo, che, durante una visita alla zona rurale di San Donato, vide che la chiesa dedicata al Santo era completamente in rovine e ne ordinò quindi il rifacimento; in quella occasione donò una croce in ferro che ancora oggi si può ammirare sull’entrata laterale del monumento.
I documenti attestano che l’inizio dei lavori del nuovo edificio si possono collocare intorno al 1640, su finanziamento di Cesare Magrini, prevosto di San Donato dal 1631 al 1657.
La data posta sulla facciata della chiesa fissa la consacrazione del nuovo luogo di culto nell’anno 1673.
L’edificio fu costruito con i canoni del barocco lombardo, più sobrio rispetto ad altri modelli

PARTICOLARI_PIEVE SAN DONATO

La facciata della chiesa ingloba infatti ancora elementi tipici del classicismo: è costituita da due ordini sovrapposti, culminanti in un timpano di chiara provenienza classica e le decorazioni sono sobrie ed eleganti.
La facciata è preceduta da un portichetto quadrangolare poggiato su colonne, anch’esse evocative di elementi classici; vi è poi una finestra decorativa che ha lo scopo di illuminare l’altare e ai lati le statue in granito dei santi Vescovi Ambrogio e Donato. Queste statue oggi sono attenzionate in quanto deteriorate dal tempo e difficili da restaurare per la particolare tipologia di pietra con cui sono state costruite.

Il raffinato portone ligneo è ancora quello originale.

Per volontà di San Carlo Borromeo, che diede disposizioni in tal senso dopo il concilio di Trento sull’edificazione di nuove chiese, la Pieve ha una pianta longitudinale che riprende una forma basilicale, a navata unica con tre cappelle laterali.

A sinistra:

  • La cappella del battistero: sulla parte di fondo del battistero resta la parte superiore di un affresco che rappresenta “il Battesimo” di Gesù del Giordano. Nel battistero oggi si può osservare che alle parti sono applicati dei pannelli in legno. Si stratta dell’antica cantoria che si trovava sopra la porta laterale della chiesa insieme all’organo. Lo strumento è stato rimosso mentre, la cantoria, dopo un apprezzabile lavoro di restauro ha trovato qui la sua nuova collocazione.
  • La cappella del rosario
  • E la cappella di San Donato

A destra:

  • La cappella di San Giuseppe.

Le decorazioni e gli arredi, secondo documenti del XVII secolo, sono da attribuire all’iniziativa del prevosto di San Donato e nipote di Federico Magnini.
Le campate a volta sono separate da archi poggiati su pilastri con capitelli in stucco profilati in oro. Al centro di ogni volta sono raffigurate le tappe della redenzione con allegorie della speranza e della giustizia e rappresentano la conversione di san Paolo sulla via di Damasco.
Nella volta sovrastante l’altare domina il Cristo Risorto che sorregge la Croce e rappresenta l’ultimo atto della redenzione, ossia la Fede.
Durante i lavori di restauro partiti nel 1992, sono stati riportati alla luce diversi affreschi, ricoperti nei secoli precedenti in quanto la Pieve venne usata a suo tempo come lazzaretto e poi bonificata con mani di calce che cancellarono definitivamente molte decorazioni. Le opere che furono recuperate sono: San Michele e il Drago, l’Angelo Raffaele e Tobia (visibili vicino alla cappella di San Giuseppe). Come riportato da un’iscrizione su un basamento, gli affreschi risalgono probabilmente all’anno 1686.
La zona del presbiterio presenta un altare in marmo policromo riccamente decorato ad opera dei fratelli Buzzi di Milano, eseguito tra il 1778 e il 1882; mentre il coro ligneo che corre dietro l’altare è stato eseguito tra il XVII e il XVIII secolo.
Dietro l’altare, di trovano quattro grandi tele di pregio e che richiamano il gusto fiammingo dei quali non si conosce purtroppo autori e datazione, le tele raffigurano quattro episodi della vita del Santo:

  • il miracolo del Calice
  • l’uccisione del drago ad Arezzo
  • la resurrezione di un morto
  • la decapitazione di San Donato

Lungo le pareti laterali della chiesa, sono presenti quattro confessionali, riproduzione di quelli originali distrutti dall’umidità dovuta all’esondazione dei canali circostanti. Sopra ogni confessionale è riportato un episodio della vita di Gesù, anch’essi di probabile scuola fiamminga:

  • natività,
  • presentazione al tempio
  • adorazione dei Re Magi
  • Gesù fra i dotti.

Dopo la cappella di San Donato, sulla parete sinistra dell’altare, era collocato il pulpito ligneo dal quale il sacerdote teneva le sue omelie. Vi si accedeva da una scaletta, visibile ancora oggi nella stanza a sinistra dell’altare. Il pulpito è stato rimosso viste le molto precarie condizioni.
Nella parte alta della chiesa “Pieve di San Donato”, sotto il grande arco che separa la zona del presbiterio da quella dell’assemblea, era collocato un grande crocifisso ligneo policromo a grandezza naturale, opera pregevole eseguita nel periodo di costruzione della pieve o negli anni successivi.
Questo crocifisso, dopo un validissimo restauro, è oggi visibile sull’altare della nuova chiesa parrocchiale dedicata alla Santa Croce, che si trova dietro l’antica Pieve accanto a Cascina Roma.