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EVF si unisce alla Comunità del Cibo del Parco Agricolo Sud

20Aprile_comunità del cibo
Rischiamo di sparire nella confusione degli scaffali di un immenso mangimificio?

Sabato 20.04.2024 Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili e Cinzia Rocca, agricoltrice degli 11 grani, hanno avuto il piacere di conoscere Patrizio Monticelli, referente della Comunità del Cibo del Parco Agricolo Sud.
Condividendo i principi ed i valori della Carta del Cibo abbiamo deciso di aderire alla progettualità, un passo importante per raggiungere obiettivi che trattano temi di sostenibilità ambientale, agricoltura biologica e tutela del territorio.

Negli ultimi anni abbiamo assistito sempre più al depauperamento della nostra terra e alla scomparsa delle eccellenze locali verso un’omologazione culinaria, una cucina che potremmo definire per certi versi multi dozzinale. Seppur l’interesse sul cibo aumenti, spesso il parlarne senza un bagaglio professionale ci priva della conoscenza e dell’identità di come la nostra gastronomia si sia e continui a evolvere, di cosa ci è rimasto, di come potremmo recuperare quello che rischia di scomparire, come valorizzarlo e poi poterlo tramandare alle generazioni future.

Crediamo che il futuro sia nelle mani di chi saprà guardare avanti senza dimenticare il passato.
Tuttavia, sono le scelte alimentari che compiamo ogni giorno che possono diventare leva per un cambiamento radicale ma affinché ciò avvenga è urgente un investimento in educazione che fornisca al giovane, al cittadino ed al viaggiatore, gli strumenti per diventare protagonisti del proprio presente.
Non si tratta solo della sete di sapere alla ricerca dei custodi di una tradizione tramandata oralmente, di riscoprire come un prodotto viene creato, trasformato, distribuito o del piacere del cibo al palato o di comprenderne il suo valore ma soprattutto di capirne le dinamiche sociali, culturali, ambientali ed economiche che ruotano attorno ad esso.

In ogni eccellenza vi è anima testa e cuore, questo non va dimenticato! E come più la nostra identità culinaria sembra annebbiare, anche i ricordi di nonni segregati in R.S.A. senza possibilità di recupero affievoliscono e con loro anche le radici della nostra famiglia… casualità? Com’è possibile che i custodi di saggezza e esperienze che trascendono il tempo perdano di valore? Com’è possibile che il nostro riso Carnaroli e i grani antichi del territorio non alimentino i piatti delle mense scolastiche, pizzerie, ospedali e case del territorio?
Se tutto è interconnesso, forse è necessario un rinnovamento antropologico, una visione altra, uno sforzo, una presa di responsabilità che ci porti a fare più scelte di beneficio e meno di profitto.

Oggi è ben evidente come non solo l’ambiente o la malattia siano diventati un asset per le multinazionali e così come il livello di estinzione di molte specie viventi sia realtà, anche la conservazione della biodiversità culinaria richiama attenzione. In fondo stiamo solo osservando al declino della globalizzazione, guidata da speculazioni finanziarie che hanno impoverito imprese e società. Un semplice capitalismo suicidario che crea disuguaglianze di ricchezza e una desertificazione spirituale, una cultura materialistica e consumistica che non rispondono alle domande “Chi sono io e cosa sono venuto qui a fare?”

Concetti fondamentali di una semplicità estrema, pieni di una verità ahimè spesso smarrita.

In questa presa di consapevolezza, Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili vuole fare da cassa di risonanza di questo messaggio e collaborare con gli Amministratori, i “principali decisori” dei consum-attori coscienti, per aderire ad una visione più profonda del tutto.

Alla fine è compito della democrazia contrastare le azioni economiche e sociali che non concorrano al pieno sviluppo della persona umana (coscienza e consapevolezza), lo enuncia la nostra Costituzione Italiana.

Giada De Marni

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