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E se il Mulino di Sotto macinasse cultura?

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L'intento principale di ogni nostra azione è quello di ricreare nel territorio l'identità perduta, al fine di restituire allo stesso il suo valore intrinseco

Sommario

Mulino di Sotto - Pantigliate - Foto di Sergio Leondi dal libro " I Mulini di Pantigliate "
Foto di copertina del libro "I MULINI DI PANTIGLIATE" di Sergio Leondi

Concittadini di Pantigliate,
Sabato 19 Novembre 2022, si è svolto un incontro tra i rappresentanti di EVF e il parroco Don Edoardo e Don Stefano con i componenti del Consiglio Pastorale ed Economico della parrocchia di Santa Margherita. Abbiamo iniziato ad affrontare e condividere il desiderio di sviluppare il progetto culturale di riqualificazione del Mulino di Sotto, con l’installazione della ruota.
La struttura, già visionata da esperti e consulenti contattati da EVF, è ubicata sul territorio del comune pantigliatese a confine con quello della Curia.

Come illustrato dal Signor Pedretti dell’Aiams (Associazione Italiana Amici del Mulini Storici), esperto di ristrutturazione di mulini, il progetto di recupero del Mulino di Sotto rappresenterebbe un’occasione dalle molteplici aperture, oltre alla valorizzazione degli antichi mestieri molitori del territorio, alla riscoperta delle coltivazioni dei grani antichi e tipici della zona con le loro proprietà nutrizionali e qualità organolettiche, permetterebbe la produzione di farine di alta qualità che potrebbero servire il territorio locale.
Offrirebbe inoltre, con la sede ecomuseale al piano superiore e la sua ricca programmazione culturale e museale permanente, la possibilità di attrarre la comunità, dai giovani, potenziando le attività oratoriali, ai fedeli, e di consolidare il legame spirituale con la terra, il ciclo vitale, i frutti, la condivisione e la riscoperta di un punto di ritrovo sociale.

Il Mulino di Sotto, espressione di ricchezza del patrimonio pubblico, è un luogo che potrebbe diventare spazio di aggregazione, di incontro, di ascolto, di economia, una piccola comunità integrata. Questa realtà progettuale, non a scopo di lucro, avrebbe come obiettivo quello di promuovere la riscoperta e la valorizzazione produttiva, culturale e turistica e di preservarne e salvaguardarne la sua valenza storica, architettonica e meccanica e di garantirne un lascito ai nostri figli.

Mulino di Sotto - Pantigliate - Particolare Mattoni
Mulino di Sotto - Pantigliate - Particolare Mattoni

Ad arricchire i temi della riunione, interviene la Signora Luciana Maroni, coordinatrice della filiera del grano Desr, Distretto di Economia Solidale Rurale nel Parco Agricolo Sud Milano, che da oltre dieci anni si occupa di grani antichi e delle nuove filiere contadine, modalità di coltivazione biologiche, a rotazione non intensive, dove la varietà dei grani nel loro sviluppo, si mescolano spontaneamente, dando vita a un grano altamente nutriente, naturale e senza bisogno dell’intervento di chimica e laboratori.
Si conferma la volontà di partecipazione e condivisione del progetto nel suo divenire, con il Consiglio Pastorale che, ci offre spunti di riflessione e criticità da tenere in considerazione. Per quanto riguarda il tema della siccità e inquinamento, per esempio, ci viene fatto notare che tempo fa un’industria chimica aveva inquinato la falda e oggi per le prolungate e avverse condizioni meteo e necessità di manutenzioni, i fontanili sono secchi.

La Ruota
Ruota Mulino di Sotto Sergio Leondi
Foto recuperata dal libro " I Mulini di Pantigliate " di Sergio Leondi

La ruota, sarebbe funzionante eventualmente anche attraverso alimentazione elettrica, qualora la portata dell’acqua della roggia si presentasse eccessivamente esigua.
La signora Maroni ricorda che per la produzione di grani antichi, le piante non necessitano di acqua poiché le radici lavorano in profondità alla ricerca della stessa e dei nutrienti e che la ruota del mulino necessita di poca potenza poiché diversamente il grano nella mola si potrebbe riscaldare e perdere le sue qualità.
Ecco che la ruota potrebbe divenire stimolo alla rinascita del senso di “appartenenza alla comunità”.
Ma, senza il coinvolgimento diretto dei cittadini si correrebbe il rischio di stare bene solo noi. E’ così che abbiamo immaginato il progetto e con voi lo vogliamo condividere.

Il percorso inizierebbe dalla scuola primaria.

I bambini sono i semi del futuro

I bambini sono i primi a dover essere coinvolti sulla cultura del cibo. Educare a capire quello che si mangia e soprattutto da dove viene, chi lo produce, come si fa. Avere un luogo dove poter “fare esperienza” è un privilegio che non tutti hanno. Attraverso i corsi proposti da AIAMS Didattica al Mulino si ha la possibilità di mettere i ragazzi in relazione con il proprio territorio, le persone, gli artigiani in un percorso che, partendo al “pane” ovvero la base del nostro stesso esistere, li porti alla scoperta del mondo che vivono e andranno a gestire, modificare, salvaguardare. Dalla loro esperienza nasce il coinvolgimento delle famiglie che andranno seguite in percorsi culturali ad hoc da vivere assieme ai loro figli e agli amici.

I contadini produttori di futuro

Sensibilizzare i contadini locali sulla necessità di salvaguardare e riproporre colture autoctone per preservare la tanto preziosa biodiversità è un passo per convincerli a concedere un angolo dei loro terreni per produrre un grano autoctono migliore di qualità, a maggior valore da macinare nel Mulino.

I panettieri produttori di vita

Tornare a valorizzare il pane quale reale nutrimento e fonte primaria di sostentamento superando le dinamiche commerciali degli ultimi decenni che lo hanno snaturato della sua funzione originaria rendendolo moda o privilegio. Unendo il lavoro dei contadini, del maestro mugnaio e dei panettieri si potrebbe proporre di produrre del pane a lunga lievitazione, con farina del posto che si conserva a lungo, come un tempo, trasmettendo quindi il messaggio che è un prodotto BUONO in ogni senso: Sano Sostenibile Solidale Sicuro Sensato.

È ora che il Mulino ritorni a cantare

Noi non vediamo l’ora che il Mulino torni a cantare al ritmo della ruota e a macinare filosofi, ritmi e suoni, menù della poesia, arte e arti. E voi?

Coltivatori, se avete voglia di sperimentare, non esitate a contattarci!

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