Home » Magazine Raccontiamo il Territorio » La tappa improvvisata
La tappa improvvisata
Cascina Cantalupo

La tappa improvvisata che mi ha fatto conoscere Cascina Cantalupo. Ho partecipato alla ciclo gita “Il Sentiero delle Abbazie” organizzato da Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili; non credevo fosse così impegnativo per me fare un percorso in bicicletta, ma la presunzione data dalla mia resistenza nell’escursionismo a piedi, mi ha ingannato.
I miei muscoli e la mia bici non potevano assolutamente tener testa all’itinerario e alla forma fisica degli altri partecipanti.
Così, dopo aver portato la bici a piedi nei tratti in salita e aver fatto attendere con grande imbarazzo la comitiva, ho rinunciato e a un certo punto sono ritornata a casa.
Questo solo per dire che, poiché i miei racconti nascono solo da esperienze personali, non potrò raccontare interamente questa gita.
Scrivo questo racconto per parlare di un luogo, aggiunto all’ultimo momento all’itinerario programmato dagli organizzatori, che ho sempre ammirato da lontano, percorrendo in macchina la strada che da San Giuliano Milanese porta verso la Valtidone: Cascina Cantalupo.
Ci siamo arrivati lungo un sentiero tra i campi e abbiamo fatto una tappa che per me è stata come una manna dal cielo perché ho potuto abbandonare per un po’ la bicicletta a sé stessa. La cascina vanta una casa patronale del settecento ottimamente conservata, impreziosita da un porticato con colonnate e affiancata da un oratorio dedicato a San Lorenzo, che grazie alla cura del fattore e gestore del complesso, è un piccolo gioiello tutto da scoprire.
Pare che alcune opere siano state oggetto di interesse internazionale, ma i dettagli di questo interesse non si conoscono e sono in parte un piccolo segreto che il fattore detiene gelosamente.
Io sono stata particolarmente impressionata da come la piccola cappella trasmettesse grande intimità e questo nonostante le tante persone che la affollavano. Ho trovato bellissimi i soffitti lignei a cassettoni, arricchiti da decorazioni floreali dai colori delicati, che invitano a volgere lo sguardo verso il divino.
La vera bellezza però è l’aia. Il fattore conserva nei meandri della cascina antichi attrezzi da lavoro, alcuni sono posti all’aperto e organizzati in un percorso che ne valorizza la storia e la qualità pragmatica delle soluzioni dell’uomo alle necessità di lavorazione della nostra terra, altri possono essere ammirati grazie ad un invito privato del gestore all’interno delle strutture.
Gli animali di corte sono liberi di confondersi alle persone, le galline di razzolare e depositare le uova dove lo trovano più opportuno, arricchendolo di autenticità, si possono trovare alcune uova sui davanzali delle finestre, adornate con fasci si pannocchie e antichi giocattoli.
In questo luogo si respira verità, amore per il proprio mestiere, la propria terra e attenzione alle persone.
Ho acquistato un salame fresco, morbido e rosa nel piccolo spaccio, dove è possibile trovare anche riso Carnaroli di loro produzione.
Tutto il resto lo raccontano le foto.
Quando abbiamo ripreso le nostre biciclette, ho capito che non sarei riuscita a raggiungere la tappa successiva: l’Abbazia di Mirasole, che era il mio vero obbiettivo, forse se non avessimo fatto tappa a Cascina Cantalupo ci sarei riuscita; in verità devo dire che sono comunque contenta di aver potuto finalmente conoscere questa importante realtà che racconta benissimo il nostro territorio attraverso il lavoro dell’uomo, gestita da una persona piena di passione autentica e che passava nei miei occhi di sfuggita attraverso i finestrini di una macchina in corsa.
- Raccontiamo il Territorio
- Deborah Esposito
La tappa improvvisata che mi ha fatto conoscere Cascina Cantalupo. Ho partecipato alla ciclo gita “Il Sentiero delle Abbazie” organizzato da Ecomuseo della Vettabbia e dei Fontanili