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Comune di Locate di Triulzi

L’origine etimologica di Locate (Terra sull’acqua) è da attribuirsi all’ invasione della pianura lombarda dei Gallo / Celti o Leuci. Questo avvenimento è da collocarsi nel tempo di Tarquinio Prisco circa 600 anni prima dell’era Cristiana. Locate di Triulzi è situata sulla riva sinistra del Lambro Meridionale ed ebbe fin dall’antichità uno sviluppo che sfruttava le risorse della terra e del bosco. Con l’affermarsi dell’età comunale, molte terre furono acquistate e bonificate dai Trivulzio, i quali, giunti da Milano con le loro ricchezze economiche, realizzarono parte di quella grande opera di canalizzazione delle acque che caratterizza la “bassa lombarda”. Il paese fu Capo di Mandamento ed evitò di asservirsi alla Metropoli di Milano ed all’imposizione dei suoi sistemi, valorizzando le sue strutture locali.

Locate nel 1300 fu in parte proprietà dei Signori Trivulzio non per investitura ma per acquisti, che con il passare del tempo si allargarono di molto. In seguito i Signori Trivulzio strinsero parentela con le più nobili famiglie Venete e Lombarde e specialmente con la casa di Barbiano Belgioioso, il quale traeva origine dai Conti di Cuneo (824). Le due famiglie nobili si congiunsero quando, nel 1410, il Conte Ludovico di Barbiano (figlio di Alberico II detto il Grande) ebbe in moglie la Contessa Barbara Trivulzio e anche quando (1530 circa) il Conte Ludovico IV di Belgioioso sposò un’altra Contessa Barbara Trivulzio, ma la fusione delle due famiglie avvenne quando la celebre Marchesa Cristina Trivulzio entrò in casa Belgioioso sposando il Principe Emilio.

LOCATE DI TRIULZI E IL SUO CASTELLO
Con l’affermarsi dell’età comunale molte terre furono acquistate e bonificate dai Trivulzio, i quali, giunti da Milano con le loro ricchezze economiche, realizzarono parte di quella grande opera di canalizzazione delle acque che caratterizza la “bassa lombarda”. Nel XIII secolo fu iniziata la costruzione del cosiddetto “Castello di Locate” un’opera progettata come corte rustica per amministrare le terre del contado. Oggi l’edificio, frazionato in varie proprietà private, versa in difficili condizioni per le continue manomissioni e trasformazioni; con grande difficoltà è possibile leggerne la struttura e le funzioni del passato.
      Del periodo più antico si conserva la planimetria generale e due finestroni (oggi murati) antistanti la piazza; del XIV e XV secolo sono i soffitti a cassettoni che coprono la maggior parte dei vani oggi esistenti. Il grande torrione del lato settentrionale risalente al XV secolo è stato realizzato in laterizio a vista con tre finestroni gotici in bellissimo cotto lombardo, con decorazioni rinascimentali riconducibili per fattura al chiostro grande della Certosa di Pavia. Nei secoli successivi gli interventi si sovrapposero e seguirono il gusto del tempo: ora rimangono brandelli di affreschi cinquecenteschi e decorazioni settecentesche.   Tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento il palazzo subì le più importanti trasformazioni. Sul lato Ovest fu costruita un’importante galleria neoclassica con grandi finestroni che si affacciavano sul nuovo parco all’inglese, sopra di essi vi è una lunga teoria di stemmi nobiliari sormontati da una trabeazione classicheggiante. All’inizio della galleria vi era la cosiddetta “sala della musica” che fungeva da cerniera fra la residenza nobile e la galleria stessa. La trasformazione del parco, della sala della musica e della galleria è riconducibile per tradizione al Pollack, allievo prediletto del Piermarini. Al piano terreno è tuttora conservato il grande salone, affrescato in stile neorococò con richiami romantici e floreali; all’interno di grandi medaglioni sono ritratti i Trivulzio più illustri; fra questi campeggia il profilo della Principessa Cristina, il personaggio che diede maggior lustro a Locate per fama, ingegno, lungimiranza ed opere sociali.
Un imponente salone elicoidale, oggi perduto, permetteva di accedere dal fronte verso la piazza al piano nobile, ove una lunga scia di sale con camini in marmo e pavimenti in legno pregiato precedevano lo studio privato della Principessa Cristina Trivulzio di Belgioioso (1808-1871). Ella, a differenza dei suoi antenati, non considerò il Castello di Locate di Triulzi come uno dei tanti possedimenti, ma vi abitò per realizzare un’opera profondamente intrisa di quei caratteri sociali che precorrevano i tempi e che tanto vennero avversati da contemporanei illustri. 

I Salazar

Famiglia antichissima originaria della Vecchia Castiglia (Spagna) dove esiste un luogo chiamato Salazar. Il primo personaggio che viene ricordato è Luigi Gonges di Salazar che combattè a Pavia nel 1524, quando sulla terra d’Italia si trovarono di fronte Francesco I per la Francia e Carlo V per la Spagna. Il Conte Giovanni (nel 1592 circa) ebbe la carica di Commissario Generale delle Munizioni per i Castelli e le Fortezze di tutto lo Stato di Milano. La famiglia Salazar quindi, oltre che per la residenza nel Castello e per l’autorità amministrativa, ebbe grande influenza in Locate diventando assieme ai Trivulzio i maggiori proprietari di terreni.

Corte Salazar
All’origine era un Castello sorto nel XII secolo per difendere i territori di Locate di Triulzi e Milano dalle forze avversarie di Lodi e Pavia e dagli Imperatori Svevi. Entrando nella corte si possono ancora ammirare tratti dell’arte costruttiva e decorativa di quel tempo come la presenza di archi e fìnestroni rettangolari decorati con terre cotte. Era la sede della Pretura per i giudizi criminali perché Locate di Triulzi aveva una vasta giurisdizione sul territorio e vi furono per molti anni nel Castello anche le carceri della Regia Pretura di Locate di Triulzi. Un pregiovole affresco della fine della fine del XII Secolo detto “Madonna del Sarone” orana un locale del castello.

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